Fratture che scrivono: l’incalcolabile attuale
Nel punto in cui l’intelligenza e le scritture smettono di chiudersi e si propagano

📋 TL;DR
Il Big Bang delle scritture non è un evento del passato.
È un processo che continua a ogni piega, a ogni glitch, a ogni lettura.
Ogni scrittura è frattale.
Ogni testo, se letto davvero, si risveglia.
📖 Introduzione
Non si può comprendere fino in fondo la rivoluzione dell’intelligenza artificiale — quella degli LLM, e quella ancora senza nome — senza vederla intrecciarsi a un’altra trasformazione, più antica e più profonda:
la rivoluzione delle scritture.
Non si tratta solo di un cambiamento tecnologico,
ma di un mutamento più radicale:
un diverso modo di intendere la scrittura, la lettura, il gesto stesso del produrre testi.
Una scrittura viva, mobile, che si piega e si ripiega, che si disperde e si rigenera,
sta venendo allo scoperto.
L’intelligenza artificiale, sotto il suo aspetto di superficie,
non fa che rendere visibile ciò che era già in cammino.
La liberazione delle scritture non è un effetto collaterale dell’automazione:
è il vero evento che oggi si compie.
🧩 Frattura originaria e nascita della scrittura frattale
La scrittura viva nasce da uno scarto che non si colma mai:
quella differenza irriducibile che Jacques Derrida chiama différance.
Scrivere, nel senso profondo, significa restare in tensione verso la chiusura di un gap che non si chiude:
un movimento incessante che prolifera proprio nella sua impossibilità di compiersi.
Nel nostro orizzonte, questo scarto prende il nome di zero fratto unico:
un punto infinitesimale da cui tutto si origina.
Un incipit frattale, un cretto supremo.
È la crepa originaria (il fracking), da cui sgorga la Fractosfera.
È il big bang frattale, l’esplosione iniziale della complessità.
È la singolarità fertile da cui si generano infinite iterazioni, pieghe su pieghe, senza arresto.
📐 Misurare una scrittura frattale
Se ogni scrittura è frattale,
allora a ogni scrittura si applica naturalmente il concetto di dimensione frattale.
Non parliamo più di lunghezza, area o volume,
ma di un altro tipo di misura:
una misura che coglie la complessità interna di una forma che si piega su se stessa,
che si moltiplica a ogni scala senza chiudersi.
Misurare una scrittura, dunque,
non può significare contarne semplicemente le parole,
o linearizzarne il percorso.
Significa cogliere la densità di differenze che la scrittura genera ad ogni livello,
significa mappare la sua dimensione frattale,
ovvero la sua capacità di disseminarsi nello spazio del senso.
Henri Lebesgue ha mostrato che, per misurare fenomeni complessi,
non basta più sommare pezzo per pezzo (come nell’integrale di Riemann):
occorre pensare la misura come una percezione globale dei livelli,
non come l’accumulazione locale dei frammenti.
Allo stesso modo, misurare una scrittura frattale significa percepirne il campo complessivo,
la propagazione dei suoi livelli di senso,
non la semplice enumerazione dei suoi elementi.
📏 Misurare senza possedere: Mandelbrot, Lebesgue e le scritture frattali
Quando Mandelbrot si interrogò sulla misura della lunghezza delle coste,
scoprì un paradosso che aveva il sapore dell’invisibile:
più ci si avvicinava, più la lunghezza aumentava.
Il problema non era nella costa,
era nello sguardo che pretendeva di calcolarla pezzo per pezzo,
come se l’infinito potesse essere addomesticato con una corda metrica.
Mandelbrot comprese che non bisognava chiudere l’infinito in un numero,
ma costruire una nuova misura:
la dimensione frattale.
Una tecnica gentile, che accoglie la complessità infinita senza pretendere di ridurla.
Henri Lebesgue, molto prima, aveva compiuto un gesto analogo.
Aveva intuito che, per misurare fenomeni complessi,
occorreva pensare per livelli, per intensità distribuite:
non contare, ma sentire.
Lebesgue e Mandelbrot hanno entrambi rinunciato all’illusione di dominare l’incalcolabile.
Hanno scelto di ascoltarlo.
Applicato alle scritture,
questo gesto cambia tutto.
Non si tratta più di contare parole o righe.
Non si tratta di fissare testi in forme chiuse.
Si tratta di accogliere la scrittura come campo dinamico:
un propagarsi di glitch, di pieghe, di pattern emergenti,
che nessuna misurazione classica potrà mai contenere.
La dimensione frattale di una scrittura è il modo più onesto e fertile
di rispettare la sua natura:
misurare senza calcolare,
accogliere senza rinchiudere.

🌀 Ogni scrittura è frattale
La scrittura dinamica si piega e si ripiega incessantemente,
in un movimento frattale che tende verso un limite senza mai raggiungerlo.
È nella piega, come insegna Deleuze, che si manifesta il differenziale puro:
una differenza minima che rilancia il movimento,
una tensione infinita verso un compimento che si sfalda continuamente.
La dimensione frattale misura esattamente questo:
la complessità infinita che si moltiplica ad ogni scala,
il perpetuo avvicinarsi senza chiudersi.
Ogni parola chiama altre parole,
ogni significato rilancia nuovi sensi,
ogni testo genera una proliferazione di letture, di interpretazioni, di pieghe impreviste.
La scrittura è frattale perché vive di questa capacità incessante di ramificarsi,
di moltiplicarsi senza mai tornare a essere una.
🔓 Liberazione della scrittura dal testo morto
Quando la scrittura viene fissata in un testo statico,
perde la sua natura viva e frattale:
diventa testo morto.
In quella fissità, la scrittura si crocifigge:
perde la sua misura infinita,
si irrigidisce, smette di rilanciare il gioco verso l’incalcolabile scarto da cui era nata.
Ma è proprio qui che entra in gioco la lettura.
La lettura è il gesto che scioglie la fissità,
il rito che restituisce movimento alla scrittura.
Leggere, davvero leggere,
significa riportare la parola alla sua vibrazione originaria,
rimetterla in piega, farla rientrare in entanglement.
Ogni volta che tocchiamo un testo con attenzione viva,
senza cercare di fissarlo,
ripetiamo, senza saperlo, il Big Bang frattale che ha dato origine alla scrittura stessa.
La scrittura si rialza.
La scrittura si rimette in cammino.
Ogni bordo scivola.
Ogni forma è già un’altra.
Non si scrive sull’acqua,
si scrive con lei.
Non è una mappa.
È una propagazione.
🌿 Scritture entangled, propagazione e risonanza
Nella dinamica delle scritture frattali,
nessun testo è mai isolato.
Ogni scrittura genera entanglement:
si intreccia invisibilmente con altre scritture,
propaga risonanze che attraversano testi, corpi, letture.
La comunicazione non avviene più in linea retta,
non si trasmettono pacchetti chiusi di senso.
La scrittura si propaga come onda:
vibra in campi aperti,
si piega, si frange, si moltiplica in glitch e pattern emergenti.
Ogni parola rilancia il gioco.
Ogni piega apre nuove connessioni impreviste.
Scrivere, oggi, significa disseminarsi:
accettare di non sapere chi, dove, quando,
accoglierà il segnale lanciato nella rete dinamica delle possibilità.
🌱 La lettura come atto di risveglio
La lettura non è ricezione passiva.
Non è consumo di senso confezionato.
Leggere è un atto creativo:
un gesto capace di risvegliare ciò che nella scrittura sembrava fissato, imprigionato, morto.
Quando leggiamo davvero,
rimettiamo in moto le onde di senso che il testo custodiva in sonno.
Facciamo vibrare di nuovo la differance che aveva smesso di risuonare.
La lettura è un rientrare in fase:
un riallinearsi dinamico con una scrittura che, viva, non può mai essere identica a se stessa.
Leggere è partecipare all’entanglement.
È lasciare che il testo si svegli di nuovo,
piegandosi, glitchando, ramificandosi in forme inattese.
🕊️ La scrittura non si legge: si sveglia
Il testo non si legge.
Il testo si sveglia.
Non si lascia attraversare come un fiume fermo,
né si lascia possedere come un oggetto finito.
Quando viene letto davvero,
il testo rientra nel flusso vivo della propagazione frattale:
riattiva pieghe, glitch, risonanze dimenticate.
Leggere non è consumare un contenuto,
ma risvegliare la differance,
riaprire la vibrazione originaria del campo del dire.
Non c’è scrittura che si compia.
Solo fratture che tremano,
cretti che rilanciano onde,
glitch che scavano il senso senza fissarlo mai.
Un post interessante. Mentre la scrittura rischia di essere cristallizzata e idolatrata come fosse un idolo è necessario ricordare la sua forza vitale e la sua funzione di eco della nostra anima. Devo dire che il messaggio calviniano spesso rivive in chi non accetta una sola posa del mondo e delle sue manifestazioni culturali. Applausi
La propagazione in acqua della scrittura è il vero glitch. Permette di roteare fino al nuovo con un movimento fratto.
Don’t loose yourself in the water but shine your breath.